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FABIO VICINANZA: “BASTA EPISODI DI VIOLENZA”

“Sono disposto a fermare l’attività arbitrale anche in Liguria al prossimo episodi di violenza. Non è più tempo di porgere l’altra guancia, è ora di un serio momento di riflessione. Non vorrei un domani piangere qualche vittima…”

L’intervento del Presidente CRA Liguria Fabio Vicinanza ai microfoni del giornale sportivo genovese Settimana Sport.

Un arbitro aggredito e picchiato nella Promozione laziale. Un arbitro che simulerebbe un infortunio per favorire una squadra piuttosto che un’altra. Una lettera di una società che denuncia un atteggiamento offensivo da parte di un direttore di gara. Insomma, sono giorni difficili per il mondo arbitrale, e allora siamo andati a sentire la massima carica in Liguria, il presidente Fabio Vicinanza.

“Per quanto riguarda l’episodio della Seconda A, in San Filippo – Atletico Argentina, è stata mia cura acquisire gli atti di concerto con il presidente Giulio Ivaldi e inviarli ai relativi procuratori. Si tratta di una cosa molto particolare, e ho ritenuto giusto muovermi per tutelare il gioco del calcio.”

Presidente, sulle accuse di un comportamento “spocchioso” di certi vostri tesserati cosa può replicare?

“Gli associati a livello arbitrale sono oltre mille, può essere che l’un per mille possa essere una persona etichettata non conforme alle regole della buona educazione, però mi sento di dire che se c’è una parte che assicura nella stragrande maggioranza dei casi un comportamento ineccepibile questa è proprio la figura arbitrale. Mi fa specie quando certe società si lamentano di determinati atteggiamenti, secondo me questo accade quando non sapendo più come appigliarsi per giustificare risultati negativi ci si attacca e futili motivi”.

Vicinanza mette in guardia il mondo dei dilettanti, anche in riferimento alla recente aggressione di un arbitro nella Promozione laziale:

“La violenza nasce dalle recriminazioni, prima verbali, poi fisiche. Questo modo di agire non fa altro che innescare la miccia della violenza, io ho giocato a calcio fino all’età di 23 anni, conosco benissimo questo mondo, e vorrei tornasse in auge il vecchio spirito sportivo, che oggi si è perso…”

Il presidente dell’AIA ligure si sofferma poi sul calcio giovanile:

“Nelle partite del settore giovanile ho constatato un atteggiamento dei genitori allucinante, vorrei che d’ora in avanti si mandassero sui campi degli osservatori a valutare il comportamento del pubblico, in mondo da sanzionare una squadra e una società con multe o punti di penalizzazione in caso di comportamenti poco consoni dei propri sostenitori”.

Presidente, è d’accordo sullo sciopero arbitrale minacciato dai colleghi laziali?

“Il comunicato stampa dell’Aia parla di sospensione di una giornata dei campionati dilettantistici nel Lazio. Ritengo una cosa assurda che si prendano delle botte quando si offre un servizio, credo sia finito il tempo di porgere sempre l’altra guancia. Un segnale di riflessione è d’obbligo farlo, se ci sono 10 casi all’anno di violenza sugli arbitri in Liguria, in altre regioni ne abbiamo fino a 30/40. Sposo pienamente la linea dell’AIA centrale: qualcosa di concreto di fronte all’ennesima violenza va fatto, e allora dico anche io “fermiamoci tutti”. Insomma sono disposto a sospendere anche io in Liguria l’attività arbitrale al prossimo episodio di violenza. Prima o poi se continueremo cosi andremo a piangere delle vittime, basta un pugno mal dato o una persona che cade male a terra, e poi ne riparliamo. Le pene vanno inasprite, mi sembra che il neo presidente FIGC Gravina lo abbia ribadito e sono pienamente d’accordo con lui”.

Mentre prosegue la nostra inchiesta, il Presidente AIA Liguria Fabio Vicinanza commenta a sua volta le dichiarazioni degli addetti ai lavori:

Letti i commenti che si sono susseguiti al mio intervento sulla questione della violenza che, a vari livelli, colpisce il mondo arbitrale vorrei cogliere l’occasione per ringraziare chi si è schierato semplicemente a favore dello sport , della sua etica e dei suoi valori. Chi mi conosce sa che sono una persona ed un dirigente aperto al dialogo e al confronto e pertanto ben venga qualsiasi momento di incontro. Lo sport è uno straordinario veicolo dove vivere positività non facciamo che diventi manifestazione di ulteriore deriva sociale.

Gli arbitri sbagliano e continueranno a sbagliare perché fa parte della natura umana. 

Sinceramente da un punto di vista tecnico non mi sembra di avere un livello inadeguato rispetto alla categoria di utilizzo. Se poi pretendiamo che in terza categoria arbitri un arbitro di eccellenza sarebbe come se si pretendesse lo stesso livello tecnico da società e allenatori. Poi, ovviamente, tutti abbiamo sempre ampi margini di miglioramento ad ogni livello e ambito. Vorrei che il comportamento irreprensibile fosse una costante di ogni componente, a discapito di ogni stress causato dalla trance sportiva e per quanto riguarda noi..“arbitrale”.. Da parte mia, da parte nostra, lavoreremo sempre in tal senso sia per un miglioramento tecnico, ma anche comportamentale.

Mi scuso per ogni direttore di gara, osservatore o dirigente arbitrale che abbia potuto trascendere con il suo atteggiamento il ruolo che gli è stato affidato e mi scuso se questo abbia leso a qualsiasi livello chi che sia. 

Se poi qualcuno vuole ancora etichettare nell’arbitro il solo problema per un mancato risultato o peggio per il non proseguimento di una attività sportiva non posso che constatare come ciò sia la palese evidenza di come il focus sia semplicemente errato. 

Credo che i problemi di una società di calcio siano altri: strutture inadeguate, pochi impianti, costi di gestione, carenza di risorse economiche, la scomparsa di dirigenti e collaboratori animati solo da una grandissima passione e quant’altro. 

Forse il mondo dilettantistico dovrebbe veramente sedersi ad un tavolo e affrontare tutto senza campanilismo di sorta, ma pensando ai problemi reali. 

Noi, come mondo arbitrale, come componente di servizio ci siamo e, bene o male, lo facciano in oltre quindicimila gare stagionali di ogni livello nella sola Liguria. Siamo pronti a confrontarci e ad affrontare con gli addetti ai lavori qualsiasi momento franco e leale senza sicuramente nasconderci, anzi lo ripeto: ben venga un qualsiasi incontro in tal senso e siamo a disposizione di ogni componente, dagli allenatori, ai giocatori, ai dirigenti e, non da ultimo, i presidenti disposti a mettersi a un tavolo come persone di sport.

Fonte: settimanasport.com | settimanasport.com

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