All’età di 93 anni è morto Francesco Maurizio Guido, alassino doc che adottò come pseudonimo «Gibba»: nel 2012 donò alla sezione di Albenga un’illustrazione dedicata al mondo arbitrale, in occasione del Premio Geddo che venne consegnato all’arbitro benemerito Michele Manera.
Il Presidente di sezione Gianluca Panizza, a nome del Consiglio Direttivo e di tutti gli associati, si unisce al dolore dei familiari per la triste perdita.
Era il papà del cartone animato italiano, amico del maestro del cinema Federico Fellini. Celebrato a lungo come autore del primo e unico film d’animazione neorealista. Fino al 1980 è stato presidente dell’Unione Nazionale Tecnici del Film di Animazione (UNAC) e in carriera ha ricevuto numerosi premi per le sue opere. Era anche regista e scrittore.
Era la firma che si era inventato quando studiava dai Salesiani. A scuola faceva le caricature dei Padri e professori, ciose cattivissime, perché li disegnavo con pance enormi, deformi. Credeva che firmandosi Gibba non lo avrebbero scoperto, e invece i suoi compagni fecero la spia e così i professori si vendicavano interrogandolo sempre soprannominandolo il «pupazzettista».
Finito il liceo, era ancora tempo di guerra, partì per Roma. Li è iniziata la sua lunga e importante carriera: ha disegnato per il «Travaso» e per il «Corrierino», ha realizzato film d’animazione, curato titoli di testa di film e sigle di programmi tv, diretto per anni la sezione animata di una ditta specializzata in documentari, la «Corona Film».
Nella Capitale ha collaborato col grande illustratore Antonio Rubino, pure lui ligure. Aveva stretto un’importante amicizia con Cesare Zavattini.
È in quel periodo che aveva avuto modo di lavorare con Fellini per il film «Hello, Jeep».
Indimenticabile il suo film, «L’ultimo sciuscià», vicenda tristissima di un bambino e del suo cane per le strade miserabili dell’Italia del Dopoguerra, realizzato ad Alassio affiancato dagli amici Giannetto Beniscelli e Mario Fazio.
Un lavoro che ha fatto spesso è quello delle sigle con attori disegnati, Ugo Tognazzi in «Tipi da spiaggia», Rita Pavone in «Little Rita nel West», fino a Manfredi e Claudia Koll per la sigla tv di «Linda e il brigadiere». Per Renato Rascel ha prodotto «Attanasio cavallo vanesio», un cortometraggio animato muto per la rivista con Garinei & Giovannini. Suo anche il celebre omino di latta del Carosello alla Rai.
Diventò celebre ovunque anche quando pubblicò l’inserto osé di «Scandalosa Gilda», il film di Gabriele Lavia e Monica Guerritore, ma «Gibba» ha scritto anche libri come «Sina».
Tornato a vivere ad Alassio ha collaborato per «Rivisto», il mensile free press di Daniele La Corte diffuso in Liguria, Piemonte e Costa Azzurra. Nel testamento ha scritto che non desidera né funerali né mostre dei suoi disegni e bozzetti. Un’ultima volontà per essere dimenticato nonostante la sua grande personalità, il suo umorismo e sarcasmo.
Fonte: mediagold.it